Rivoluzionario? Ortaggi a foglia a basso costo e con elevate caratteristiche organolettiche

2023-03-08 15:03:28 By : Mr. Derek Lin

Il vertical farming non è certo una novità nel panorama delle produzioni orticole, ma c’è sempre qualche aggiornamento che merita l’attenzione del comparto produttivo. D’altra parte, sostenibilità produttiva e razionalizzazione delle risorse sono concetti dai quali non si può prescindere. Se a ciò si aggiunge un ulteriore quid in tema di risparmio energetico, allora è il caso di approfondire il sistema brevettato da Graziano Parrinello e David Giuseppe, rispettivamente un ingegnere e un professore. Il sistema, infatti, “consente di avere la stessa produttività delle già blasonate vertical farm ma senza i gravosi costi energetici derivanti dall'illuminazione artificiale”.

“Il nostro modulo ha una capacità produttiva pari a 144.000 cespi l'anno su 300 m² - spiegano i due esperti - Quindi le oltre 480 unità di orticole per metro quadrato/anno necessitano di appena un centinaio di litri di acqua al giorno di media e crescono con un consumo energetico soddisfatto da 2 kw di pannelli solari. In questo modo, produciamo ortaggi che superano agevolmente i 250 grammi  ciascuno, per una produttività annua di 35.000 chilogrammi, oltre i 120 kg di prodotto annuo per metro quadro”.

Si tratta di un modulo per la coltivazione di orticole a foglia con tecnologia acquaponica in vertical farming. Qui il “motore chimico” di tutto l'apparato è costituito da un allevamento ittico di appena 10.000 litri, dove alleviamo oltre 600 kg di persico trota.

“Da questo impianto di itticoltura ricaviamo l’energia chimica per alimentare il campo di coltivazione: una serie di canaline sulle quali vengono alloggiate le coltivazioni - aggiungono i due professionisti - In sostanza, dalle acque dell’allevamento ittico ricaviamo i nutrienti che ci servono per far crescere oltre 35.000 kg di ortaggi a foglia l'anno, quali lattughe, cicorie, spinaci e molto altro. Abbiamo un prototipo operativo che produce a fasi da oltre tre anni, e sul quale continuiamo a sperimentare colture diverse. Abbiamo finora distribuito i prodotti solo in parte, più che altro donandoli, dato che di fatto siamo un'associazione. Contiamo, per lo step successivo, di ottenere l’apporto di investitori interessati al nostro brevetto. Intendiamo, inoltre, diventare una vera e propria start up al servizio delle imprese, cui fornire impianti di vertical farming, chiavi in mano”.

Ma perché qualcuno dovrebbe investire sul vostro progetto? “La risposta è semplice: oltre alle caratteristiche già descritte - replicano gli intervistati - il nostro sistema produttivo ha un costo di 1.000 euro al metro quadrato all'incirca ed è comprensivo di sistema di copertura e condizionamento climatico, quindi una serra completa da 300 m quadri costerebbe grossomodo € 300.000, per un ritorno dell'investimento in appena due anni e mezzo. In verità siamo indirizzati, più che a vendere sistemi, a cercare partner per sviluppare un grosso progetto di diffusione della tecnologia e distribuzione. L’idea infatti è quella di collaborare con grosse aziende del settore agroalimentare per produrre tutta una serie di ortaggi a frutto con la nostra tecnologia acquaponica da immettere poi sul mercato con un brand unico”.

Ma c’è il limite del mangime per la sussistenza dei pesci, anzi no! L’impianto in prospettiva può arrivare a un'autonomia di sistema sempre più completa, "pensando di poter chiudere il ciclo completo di produzione inserendo l'allevamento di insetti, utilizzando lo scarto della produzione vegetale, allo scopo di nutrire la fauna ittica del sistema. In pratica, oggi ci sono le competenze tecniche per poter arrivare ad un loop di produzione completamente indipendente da fattori esterni con un bassissimo consumo energetico è un bassissimo consumo idrico”.

Graziano Parrinello e David Giuseppe

La manodopera per la gestione è quasi azzerata? “L’altissimo gradiente tecnologico del sistema - spiegano i due - consente la gestione anche da parte di una sola persona che dovrebbe occuparsi della semplice disposizione e raccolta della coltivazione. Difatti, il sistema è completamente autonomo. E’ stato progettato con un livello di ridondanza addirittura tripla ed è assolutamente gestibile da remoto. In termini di sostenibilità ambientale, l’aver utilizzato l’acquaponica è già una carta vincente  per le caratteristiche intrinseche di questa tecnologia, ovvero: in primis produrre contemporaneamente proteine animali e proteine vegetali nello stesso processo. In secondo luogo, farlo con un sistema inviolabile nel quale è impossibile utilizzare pesticidi e diserbanti, che andrebbero a devastare l'equilibrio biodinamico della simbiosi tra animali e pesci”.

Un altro punto molto innovativo di questa attività sta nel concepire la distribuzione di ortaggi vivi, cioè di ortaggi con l'apparato radicale ancora integro e in grado di sopravvivere per giorni nelle case del consumatore, “azzerando definitivamente la catena del freddo” e annullando quindi ulteriormente l'impatto ambientale e lo spreco alimentare.

“Un'ulteriore innovazione sta nell’aver interpretato questa tecnologia in maniera da renderla realmente produttiva - hanno concluso Parrinello e David - e quindi, oltre a essere un'eccellenza in termini di sostenibilità, l'abbiamo resa anche un'eccellenza di produttività. Abbiamo interpretato il fenomeno produttivo dandogli una veste la più democratica possibile, cioè pensando a piccoli sistemi di produzione capillarizzati nel mondo. Micro imprese a gestione familiare in grado di dare una produttività da grande business. Le qualità organolettiche del prodotto in acquaponica sono documentate anche dalla FAO, come equivalenti se non superiori a quelle del biologico naturale".

Per maggiori informazioni: Graziano Parrinello +39 3804908927 ing.grazianoparrinello@gmail.com

Data di pubblicazione: mer 8 mar 2023 Author: Gaetano Piccione © FreshPlaza.it

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